mercoledì 25 settembre 2013

40 giorni tra Laos Cambodia: Prima parte Luang Phrabang

L'anno scorso, ma peraltro come ogni anno, il richiamo dell'Asia non ha esitato a farsi udire e noi ottemperanti l'abbiamo raccolto e siamo ripartiti per Laos e Cambodia, forse esagerando un pochino con la permanenza , 40 giorni!!
Dopo attenta analisi e preparazione alla metà di Luglio bagagli in spalla, seguiti dai fidi IPad e netbook ,voliamo verso il Laos.

File:Flag of Laos.svgFile:Emblem of Laos.svg

Info sul Paese
Il Laos o Pathet Lao, ufficialmente Repubblica Popolare Democratica del Laos , è uno stato del sud-est asiatico che non ha sbocco al mare. Confina a nord con la Cina, ad est con il Vietnam, a sud con la Cambogia, ad ovest con la Thailandia e a nord-ovest con la Birmania. Si estende in lunghezza da nord a sud per circa 1000 km, mentre la larghezza è variabile e a tratti è di appena un centinaio di chilometri.Il paese è attraversato per tutta la sua longitudine dal fiume Mekong (1898 km nel Laos su un percorso totale di 4200 km), poco navigabile a causa della sua irregolare portata, che segna il confine con la Birmania e, per lunghi tratti, quello con la Thailandia. La fertile valle del Mekong è il cuore del paese e fornisce le maggiori fonti di sostentamento. Il fiume più lungo interamente laotiano è il Nam U, che scorre per 448 km nel nord-est del paese ed affluisce nel Mekong nelle vicinanze di Luang Prabang. È in gran parte navigabile ed è diventato una meta turistica. Il fiume Nam Ngum è lungo 354 km, scorre verso sud ed affluisce nel Mekong nella zona della capitale Vientiane. Sulle sue acque è stata costruita la grande diga del Nam Ngum, la cui centrale idroelettrica produce milioni di kWh, dei quali più del 70% vengono esportati in Thailandia.
Il territorio del paese è costituito prevalentemente da montagne ed altopiani. La vetta più alta è il Phou Bia (2820 m), situato nella Provincia di Xieng-Khouang. La catena Annamita segna verso est il confine con il Vietnam (la vetta più alta tra quelle al confine è il monte Rao Co, di 2286 m). Le foreste ricoprono poco meno del 53% della superficie.
Il clima è tropicale monsonico ed è distinto in tre stagioni: quella calda e secca, in marzo ed aprile, quella delle piogge da maggio a ottobre e quella fresca e secca da novembre a febbraio. Tra dicembre e gennaio la media delle temperature è di 15-20°, mentre tra marzo e aprile è di 30°
Nel territorio del paese risiedono 49 diversi gruppi etnici, che hanno differenti tradizioni e costumi. Sulla base di un criterio socio-geografico, si dividono in tre fasce:
Lao loum (lett. lao bassi), gli abitanti delle pianure (77%), il gruppo di etnie dominanti, formato in gran parte dai lao (52,5% degli abitanti del Laos), etnia affine ai thai.
Lao song (lett. lao alti), abitanti delle zone di alta montagna, piccole tribù del nord in genere di etnia mong-yao o tibeto-birmana
Lao theung (lett. lao intermedi) o lao kang, stanziati negli altopiani e delle zone pedemontane del paese, in genere delle etnie mon-khmer, che presumibilmente formarono i primi centri abitati nella valle del Mekong
Il governo cerca di prendere le distanze da questa classificazione, che implica una discriminazione razziale non gradita dalle due fasce dei song e dei theung, ma nella tradizione popolare dell'etnia lao questa suddivisione è consolidata. Il lao è la lingua ufficiale del paese, una lingua tonale appartenente al gruppo delle lingue tai. Tuttavia, solo poco più della metà della popolazione è in grado di parlare il lao, mentre il resto degli abitanti parla diverse lingue delle minoranze etniche. La seconda lingua nelle scuole è l'inglese. Nelle zone al confine con la Thailandia si ricevono i programmi della televisione thai e, data l'affinità tra le due lingue, molti laotiani parlano thai.Il francese, eredità dell'età coloniale, è stato per un certo tempo mantenuto come lingua amministrativa del Paese
L'economia laotiana è basata principalmente sugli investimenti e sugli scambi commerciali dei paesi limitrofi, in particolare la Cina, il Vietnam e la Thailandia. Con la collaborazione della borsa coreana, è stata inaugurata nel gennaio del 2011 la prima borsa valori laotiana, . Nel 2012, il governo ha creato il portale del commercio laotiano, un sito internet informativo sulle attività di import-export nel paese. I laotiani non hanno una tradizione nel commercio e la quasi totalità delle attività commerciali laotiane è di proprietà della folta comunità cinese.
L'agricoltura di sussistenza rappresenta circa la metà del prodotto interno lordo ed offre l'80% dei posti di lavoro nel paese. Il terreno arabile è il 4.% del territorio nazionale, e solo un decimo viene usato per le colture, Nella maggior parte delle terre coltivabili viene piantato il riso e i nuclei familiari delle aree agricole sono autosufficienti 
Uno dei prodotti nazionali più conosciuti è la Beerlao, la birra nazionale, esportata in diversi paesi tra cui le vicine Thailandia, Cambogia e Vietnam.


La circolazione stradale laotiana avviene con la guida a destra. La rete stradale del paese  è per un terzo asfaltata. Dopo l'apertura nel 1994 del primo ponte dell'amicizia thai-lao, sono stati aperti altri ponti sul Mekong, che hanno contribuito a dare slancio all'economia del paese.
Nella capitale Vientiane, sono presenti gli unici autobus pubblici che effettuano trasporti urbani in Laos. Sia a Vientiane che in molte altre città vengono offerti servizi taxi privati effettuati dai tuk-tuk, dai più capienti jumbo tuk-tuk, e da moto-taxi. In tutti i capoluoghi di provincia si trovano stazioni per gli autobus interurbani; anche nelle altre località maggiori che si trovano al di fuori delle linee principali arrivano autobus che svolgono di solito servizio provinciale. Tale servizio viene fornito anche con l'utilizzo di songthaew. I rari taxi classici si trovano solo a Vientiane.
La navigazione fluviale è stata per secoli il sistema di trasporto principale del paese, ma con la costruzione di nuove strade ed il miglioramento di quelle esistenti sono sempre meno le imbarcazioni che effettuano tale servizio, soprattutto per quanto riguarda la navigazione mercantile.La navigazione turistica invece è aumentata a partire dagli anni novanta, dopo l'apertura delle frontiere laotiane al turismo. A tutto il 1996, il Laos disponeva di 4.587 km di acque navigabili, appartenenti prevalentemente al fiume Mekong. 
Le ferrovie in Laos sono quasi inesistenti. L'unico breve tratto funzionante è lungo 3.5 km ed unisce la linea nord-orientale delle Ferrovie dello Stato Thailandesi alla stazione di Thanaleng, situata nel villaggio di Dongphosy, 20 km ad est di Vientiane. La linea, che parte dalla stazione di Nong Khai ed attraversa il primo ponte dell'amicizia thai-lao, è stata inaugurata il 5 marzo 2009 dalla Principessa Maha Chakri Sirindhorn di Thailandia. A tutto il 2012 erano attivi nel paese 15 aeroporti, tra i quali quelli internazionali di Vientiane-Wattay, di Luang Prabang, di Pakse e di Savannakhet:solo 9 sono abilitati ai voli commerciali.
Il gioiello della corona del Laos è Luang Prabang, una città di edifici coloniali francesi e buddista, accanto a un fiume e immerso nelle montagne. Si può viaggiare da Vientiane a Luang Prabang fiume in barca o in autobus, come segue:
Vientiane - Luang Prabang autobus VIP, partenze di mattina, 10 ore circa 140.000-170.000 Kip 
Vientiane - Luang Prabang di bus di notte VIP con cuccetta, 10 ore, partenze di sera, circa 140.000-170.000 Kip 
Vientiane - Luang Prabang di aria condizionata del bus, 10 ore, 2 partenze di mattina, circa 120.000-130.000 Kip 
Vientiane - Luang Prabang autobus ordinari, 11 ore, 5 partenze giornaliere, circa 70.000 Kip 
Vientiane - Luang Prabang in motoscafo di fiume a 6 posti, 11 ore, partenze di mattina, circa $20 non sicuro per il motoscafo.
Vientiane - Luang Prabang da carico e passeggeri dei traghetti, 4-7 giorni, partenze al giorno, mattina, circa $6 unidirezionale

4000 isl to Phnom Pehm




moneta LAK (kip laotiano 10.484 lak=1€) convertitore Il visto, per brevi permanenze, può essere ottenuto anche in frontiera aeroportuale (Vientiane, Luang Prabang, Prakxe) e, per via terrestre, presso il Thai-Lao Friendship Bridge e gli altri varchi di frontiera internazionali. Il visto ha un costo di circa 35 dollari americani ed è necessaria una foto formato tessera; la validità è di 30 giorni e può essere rinnovato dal Dipartimento dell’Immigrazione locale. Non portare con sé il passaporto è considerato illegale; in caso di richiesta e mancata esibizione, le multe possono essere elevate, quindi predisponete una fotocopia a colori e la ricoprite con un foglio adesivo trasparente cosi l'avrete per sempre. il fuso orario è +6h viaggiaresicuri

Come comportarsi in Lao
Per rispetto verso i laotiani, che sono molto tradizionalisti, e in generale verso le popolazioni asiatiche, è bene vestirsi in modo semplice e decoroso. E' quindi preferibile indossare abiti che coprano spalle, petto, braccia e gambe. Al mattino, anche nella stagione secca, può essere piuttosto fresco: conviene portare un maglione e una giacca a vento.
Nei luoghi di culto occorre rispettare i costumi religiosi, quindi:
Togliersi le scarpe prima di entrare in una pagoda;
Sedersi per terra con le gambe raccolte di lato senza mai rivolgere la pianta dei piedi all’effige del Buddha;
Per quanto gli oggetti possano essere belli, resistere alla tentazione di toccarli;
Se si vuole parlare ad un monaco, cercare di tenere la testa leggermente più bassa della sua e se egli sta seduto, sedersi a propria volta. Le donne non devono mai toccare un monaco. Se gli devono passare un oggetto, lo devono fare attraverso un uomo o appoggiando l’oggetto su un tavolo o una superficie posta di fronte al monaco; 
Alcuni dei temple delle grandi città chiedono una piccolo soma all’ingresso. Se questa invece non è richiesta sarebbe comunque opportune lasciare una piccolo offerta. C’è sempre una cassa per le donazioni vicino all’entrata (inchinarsi nel metterci i soldi) oppure si può lasciare l’offerta a terra vicino all’immagine centrale.
I laotiani parlano quasi sottovoce, quindi è meglio non essere chiassosi e, in caso di contrarietà, non è educato perdere la calma lasciandosi andare ad atteggiamenti aggressivi.
Anche tra persone sposate è consigliabile non ostentare atteggiamenti affettuosi (come scambiarsi effusioni o anche solo tenersi per mano);
Quando si incontra qualche laotiano, non bisogna toccargli la testa e la stretta di mano non è usuale. Ci si saluta giungendo le mani (“nop”) e scambiandosi l’immancabile “sabai dee” (si pronuncia sabadìi),una formula che va bene per tutti i momenti della giornata e con qualunque persona. Il “nop” va effettuato unendo le mani come in preghiera all’altezza del petto, senza però toccare il corpo. Più in alto si tengono le mani, più grande è il segno di rispetto, ma queste non vanno mai portate oltre l’altezza del naso. Il “nop” è accompagnato da un leggero inchino della testa per mostrare rispetto a persone di status più elevato o anziane.

Quando si entra in una casa bisogna togliersi le scarpe. Gli uomini di solito si siedono con le gambe incrociate o piegate da un lato, le donne esclusivamente in quest’ultimo modo. Agli ospiti di solito è offerto il the o la frutta. Questo gesto di ospitalità non deve essere rifiutato.
E adesso iniziamo a raccontare:


E' il 18 luglio dell'anno scorso.....ci siamo. Solita partenza check-in pilotato per i posti, grazie all'amico Carlo ,e siamo on board in posti ultracomodi, su un 347 della Thai . Atterraggio in anticipo a BKK che è sotto una pioggia novembrina.




 Attendiamo tre ore l’imbarco per Luang Prabang e con stupore notiamo che siamo a bordo in dodici??! Dopo due ore di volo nelle nubi di tempesta atterriamo a Luang Phrabang, dentro una pioggia torrenziale.




Luang Phrabang si affaccia sulle rive del Mekong, a circa 425 km a nord di Vientiane. Attualmente la popolazione è di quasi 50.000 abitanti. Verso la metà degli anni ottanta, con l'apertura delle frontiere al turismo, la città è diventata una delle mete principali dei visitatori del sudest asiatico, grazie alla suggestiva combinazione tra le bellezze naturali, il fascino degli antichi templi e palazzi e la ben curata architettura coloniale. L'urbanizzazione ed i boom edilizi del dopoguerra e degli ultimi anni, dopo l'apertura del paese agli investimenti stranieri, hanno coinvolto soprattutto Vientiane, mentre a Luang Prabang si sono sviluppate quasi solo le strutture turistiche. La rete stradale laotiana è in fase di miglioramento soprattutto al sud. La strada che collega Luang Prabang a Vientiane, la statale 13, è ancora sottosviluppata, si arrampica sui tornanti di varie montagne e passa tra decine di villaggi. In condizioni anche peggiori sono la prosecuzione verso nord della stessa statale, la statale 7 che parte circa 100 km a sud della città ed arriva in Vietnam, e la statale 1C, che parte 100 km a nord ed a sua volta arriva in Vietnam. Altre strade minori sono ancora sterrate.
Anche il Mekong è un'importante via di collegamento. Per circa 6 mesi all'anno, quando c'è abbastanza acqua, si può navigare per lunghi tratti. Le frequenti rapide ed i massi che lo punteggiano, permettono esclusivamente la navigazione di barche di dimensioni medio piccole. Il tratto che collega Luang Prabang al confine settentrionale tra Laos e Thailandia viene percorso, soprattutto da turisti, in due giorni, con una tappa intermedia e pernottamento a Pakbeng. Altro fiume navigabile è il Nam Ou, che affluisce nel Mekong pochi chilometri a nord di Luang Prabang ed è il mezzo più rapido anche per i locali e le merci di raggiungere la provincia di Phongsali. L'aeroporto si trova a 4 km a nord della città  Primo incontro con il Laos: pioggia e visto. Questo si paga a simpatia dei paesi di provenienza. Il tariffario è esposto: 35 usd a testa più 1$ che non vi viene messo in ricevuta. Totale due visti 72 usd. 






 Fuori ci attende il pick up!….. Ma veramente un pick up, e i nostri bagagli finiscono fuori nel cassone sotto il diluvio! Non bisogna strofinare la lampada per trovare questo tipo di genio. Almeno l’ hotel ê gradevole: molto ecosostenibile e la manager australiana veramente efficiente.
Tuttavia il My Dreams è in posizione un poco defilata e per giungere nella città vecchia bisogna fare a piedi circa 1,5 km non prima di aver percorso un vecchio ponte giapponese di ferro per moto e bici, e di legno a strapiombo per i pedoni.









Chi vi spaccia che potete arrivare attraverso un ponte di bamboo, omette di specificarvi che durante il periodo delle piogge (maggio- ottobre) il ponte viene tolto. Così sotto un’altra tempesta andiamo nella cittá vecchia. Delusione!! La città è costruita molto per i turisti, in maggior parte giovanissimi francesi, inglesi e americani che vedono questa zona del triangolo d’oro come un eldorado….non un poliziotto nel raggio di 200 km!
La città è formata da due strade parallele costellate da un universo di bar, guest house, birrerie. Il costo della vita ê relativamente basso, tuttavia è marcata la tendenza di volersi approfittare del turista….ogni mondo è paese, però non vengano a fare i moralisti per medesimi casi accaduti sul suolo patrio. Sempre sotto un diluvio giriamo un pò mangiando in un finger food cibo laotiano veramente splendido, piccante con tantissimo aglio per 10.000 kip a testa ed ora a nanna a conclusione del 18 luglio.













19 luglio
Piove e piove…usiamo le bici lo stesso.  Andiamo sul Monte Phou Si, scritto anche  Phu Si, che è una collina alta 100m al centro della vecchia città di Luang Prabang. Si trova proprio nel cuore della penisola della città vecchia ed è delimitato su un lato dal fiume Mekong e da altro lato dal fiume Nam Khan. La collina è un sito religioso locale e ospita diversi santuari buddisti.
A metà strada su per la collina, che domina il Nam Khan c'è Wat Tham Phou Si, un tempio buddista. Al vertice della collina, che domina la città e la campagna circostante, è Wat Chom Si, che è anche un tempio buddista ed è una grande attrattiva turistica di Luang Prabang. Ingresso 20.000 kip a testa, compresa una bottiglietta d'acqua.La collina di Phu Si , si trova quasi di fronte al palazzo reale, quindi volendo quando si esce si può salire sulla collina. Per salire bisogna fare ben 339 gradini, faticoso, ovviamente vanno fatti con calma visto anche il caldo è la umidità.
















Dopo un breve giro pranziamo bene al Tamarind, dove non veniamo nemmeno spennati.Questo posto è gestito  da una australiana che ha sposato un locale la cui storia vale la pena farsi raccontare, in una zona splendida e tranquilla al di fuori della città e specializzato in cucina Lao (offre una vasta gamma di piatti di degustazione e snack per imparare a conoscere ingredienti e piatti tradizionali del Laos). Abbiamo mangiato pesce avvolto in foglia di banano, verdurine varie, erbe essiccate del Mekong e il dolce di purple rice allo sciroppo di tamarindo,stuzzichini vari e bevuto un frullato di frutta gustosissimo, buono in accompagnamento ai piatti ordinati.
Abbiamo notato che il ristorante offre anche dei corsi di cucina e ha una vendita diretta di prodotti alimentari (caffè, spezie, marmellate etc), un buon suggerimento per chi deve riportare regalini in Italia, ma soprattutto al marmellata di tamarindo e l'estratto che giovanna mia ha fatto mpoi impazzire nel cercarlo fuori da Luang Phrabang e che non abbiamo più trovato.Tamarind










Nel frattempo ricomincia a piovere. Bisogna cambiare moneta e ci fanno 8000 kip per 1$ e 9600 per 1€.qui il tempo è estremamente variabile dopo la pioggia improvvisa un sole cocente ed allora via ancora ad esplorare la cittadina fino nei più lontani templi per monaci 



















Cena Tamnak Lao Restaurant ,un ristorante laotiano dove a fronte di un servizio pessimo, di porzioni extra small, con il loro piatto principe finito (fried spring roll) paghiamo una certa cifra. Dimenticavo..piove! Rientriamo come sempre alle 21, in quanto in Laos vige ancora il coprifuoco alle 23! Tanto dopo le 21 ci sono solo pochi turisti e tutto chiuso.
20 luglio
Sveglia ore 4.30, c’è la questua dei monaci da andare a vedere! In bici partiamo e scopriamo che le info erano errate: inizia la questua alle ore 6.00 e non alle 5.00.







Il rito è prettamente turistico, centinaia di persone che scattano foto, video, si fanno immortalare con i monaci…un’attrazione turistica. Se vi va come noi fate il sacrificio di alzarvi molto presto una mattina. Alle 6 i monaci escono dai loro monasteri per la questua quotidiana. Lungo le strade siedono donne e uomini sulle loro stuoie con cestini di vimini pieni di riso caldo e profumato, appena cucinato. Una lunga processione silente di monaci in abito arancione passa per le strade a ritirare manciate di riso, mentre il sole sorge e l'unico rumore è il cinguettio degli uccellini.
La raccolta di elemosine mattutina, “Tak Bat” è una tradizione buddista ancora viva e tramandata dale persone di Luang Prabang  e che, a causa della sua incredibile bellezza, è diventata una grande attrazione turistica. Il problema sorge nel caso in cui i turisti, ignari delle varie usanze, rovinano la cerimonia con comportamenti inappropriati. Seguono dunque delle brevi indicazioni per rispettare il “Tak Bat”:
Assistere al rituale in silenzio e contribuire alle offerte solo se la cosa è per noi significativa;
Comprare il riso la mattina presto al mercato locale e non dai venditori sulla strada lungo il percorso dei monaci;
Se non si vogliono fare delle offerte, tenersi a debita distanza e partecipare rispettosamente. Non intralciare la strada della processione dei monaci o dei credenti che fanno le offerte;
Non fotografare i monaci da troppo vicino: i flash delle macchinette potrebbero disturbare sia i monaci sia i fedeli in preghiera;
Non cercare di toccare i monaci, ma se si vuole fare l’offerta mettere il cibo nel contenitore che viene porto. 



A quest’ora insolita si capisce quanti turisti ci siano in città perché lungo la via principale cominciano ad arrivare decine di grandi tuk tuk, ognuno dei quali scarica una ventina di turisti dei viaggi di gruppo, per la maggior parte tailandesi, che si siedono su delle candite stuoie già predisposte dalle loro agenzie lungo la strada, con un piccolo vassoio contenete banane, caramelle, dolciumi e ogni altro ben di dio. I monaci di Luang Prabang sono sicuramente i  più fortunati di tutto il Laos.




 


Per vedere il rito senza troppi turisti ci allontaniamo dalla via principale, andando dove i fedeli escono in silenzio dalle loro case e aspettano silenziosamente i monaci che passano in gruppi di 10 o 20, a seconda della grandezza del monastero. La cosa strana è che i monaci, che prima erano passati davanti ai turisti, hanno così tanti doni che spesso li offrono ai fedeli in cambio della manciata di riso, soprattutto ai bambini, che con le loro mamme si sono alzati così presto. Al di là della ressa dei turisti, facilmente evitabili, è veramente molto bello assistere a questo rito che si tramanda da sempre. Finita la processione, verso le 6.30 del mattino, tutti si riversano nelle pasticcerie a far colazione, con brioches che non hanno nulla da invidiare alle nostre…anche come prezzi.



Rientriamo a colazione non prima di aver visitato il morning market che consigliamo, per i non deboli di stomaco!Questo piccolo mercato è il "supermercato"laotiano, dove vengono a comprare la loro frutta, verdura e carne, che vengono proposti in vetrine che non sempre sono molto igieniche.



 

 

Molto attivo a partire dal 8 al mattino, è un passaggio tipico  per i laotiani che vengono ad acquistare o a vendere. C'è un sacco di cose! Si possono trovare molti prodotti alimentari insoliti come sangue di bue che è proposto in cubi gelatinosi, serpenti, pipistrelli, insetti alla griglia (vermi, cavallette, larve di api, grilli, crisalide di farfalla), rigaglie ricoperte di mosche, la testa di maiale caramellato e tutti i tipi di foglie e piante che sono usati per fare i piatti tradizionali.


 

                          




 
                                    








Si possono trovare prodotti Thai, coltivate in serra, così come i prodotti stagionali di Lao. Pesce appena pescato, mazzi di fiori locali specialmente fatti per lasciare nei templi come offerta, così come molti altri oggetti... Imperdibile per nessun pretesto.
Dopo colazione il meritato riposino di due orette al my dream resort, e quindi sotto finalmente un sole caldissimo all’una visitiamo il tempio Wat Xien Tuong.










 Monastero della città d'oro è la traduzione letteraria del nome laotiano. Questo monastero molto importante per il Paese è famoso per i mosaici in vetro colorato che decorano l'esterno di molti edifici di questo complesso. Il tempio è stato anche sede dell'incoronazione di molti re laotiani. L'ingresso per un piccolo vicolo, anche se gli accessi al tempio sono vari a partire da quello più spettacolare della scalinata dal Mekong. Ingresso 15.000 kip (2usd) e si visita la haw tai pha sainyaat (santuario del Buddha disteso, o Cappella Rossa) che ospita un Buddha disteso , Il sim (sala delle ordinazioni) rappresenta nel modo migliore l’architettura templare classica di Luang Prabang, con tetti spioventi fino a terra. La parete posteriore presenta un imponente mosaico raffigurante “l’albero della vita” su sfondo rosso. C’e’ poi la biblioteca , la torre del tamburo , la rimessa delle barche per le cerimonie sacre, che trasportano fino a sessanta persone e la rimessa del carro funebre alto 12 m che trasportava le grandi urne funerarie della famiglia reale,decorato con sette serpenti
























 All’uscita riprendiamo le bici e nemmeno percorsi cinquecento metri vediamo venirci incontro una specie di lama di nebbia: un fronte di tempesta topicale. Ci rifugiamo all’interno di una garritta del museo nazionale, in cinque! La tempesta scende a mò di manichetta dei pompieri ma il mitico poncho Ferrino tiene egregiamente. Eh sì me n’ero scordato: il kit del turista previdente in Laos consta di un rain coat, un ombrello, un poncho! Rientriamo ancora sotto un diluvio e ci rimettiamo in sesto! Stasera abbiamo prenotato al Tamarin per 180.000 kip,escluse le bevande, il Pum Pa che si dice sia una forma di cena da non perdere. Arrivati, scopriamo che al nostro tavolo arriveranno altri commensali con cui divideremo quella che a detta della proprietaria australiana, una cena pantagruelica :-( al tavolo ci troviamo tre americani, una coreana un francese ed il loro bimbo. Dividiamo con loro 25 gr di salse, una porzione di riso glutinoso in due, 4 foglie di penen (erbe di fiume macerate seccate!) di secondo un pesce di circa 500 gr in quattro e un vassoio di erbe e foglie senza condimento. Il dessert almeno quello gradevole, riso viola cotto in salsa di banano e ananas: due etti in quattro. Totale con le bevande 205.000 kip, che sarebbero 20 eurini in Italia, ma qui una cifra ragguardevole. Dopo due sere a mangiar poco e nulla e a spendere tanto, qualcosa inizia ad andarmi in giostra e rivoglio il mio Vietnam; almeno ci fosse il sole!!! Rientriamo alle solite 21, scarico le foto sul nettino e….buonanotte
(segue)

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