domenica 15 settembre 2013

Un salto tra i ricordi tra Vietnam e Cambodia. 3^ parte Angkor Wat

(terza parte) qui ci immergiamo ancora una volta nei templi di Angkor Wat. A cinque chilometri dalla città di Siem Reap, in Cambogia, emerge dalla fitta foresta ilTempio della città (Angkor Wat, in lingua khmer), un sito archeologico di inestimabile valore e unicità. Nel XII secolo d.c. il re Suryavarman II fece costruire l'immenso complesso sacro in soli 30 anni. Ma fu conosciuto dal resto del mondo soltanto nel 1860 grazie all'esploratore francese Henri Mouhot che così lo descrisse nel suo diario di viaggio: "...eretto da qualche antico Michelangelo... E'più grandioso di qualsiasi cosa ci abbiano lasciato i greci o i romani, e contrasta tristemente con la situazione selvaggia in cui versa ora la nazione". Il francese sbagliò la collocazione storica, ritenendo che appartenesse all'antichità, non a torto, dato che l'armonia del Tempio di Angkor è paragonabile all'architettura del classicismo, caratterizzata da una perfezione delle proporzioni e da una coralità che abbraccia i numerosi edifici. Con i suoi elementi decorativi tipici: come le incantevoli apsaras (o devata), divinità femminili e ninfe seducenti che potevano condurre alla follia o come i bassorilievi con le rappresentazioni di scene tratte dal Mahabharata o dalRamayana (poemi epici indù).
Pare che le teorie più accreditate sulla funzione di questo immenso complesso religioso, il più grande al mondo, siano due: la prima è che dovesse essere il mausoleo del re Suryavarman II, la seconda che fosse stato costruito in onore del dio Vishnu uno dei tre principali aspetti divini, Trimurti,convertito in un secondo tempo al buddhismo theravada.
Esistono tre tipologie di biglietti: giornaliero, di 3 giorni e settimanale. 20-40-60 usd
Se siete degli archeologi con un sacco di tempo a disposizione, conviene comprare un ‘pass’ settimanale, o per lo meno quello di tre giorni, che può essere utilizzato nell’arco di una settimana. Il complesso è enorme, paragonabile al Louvre o al Metropolitan Museum ed è comunque impossibile da vedere ed apprezzare in modo completo nemmeno soffermandosi una settimana. Viceversa, se siete “normali” viaggiatori, i ‘pass’ di una settimana potrebbero essere eccessivi: per quanto bello ed affascinante possa essere Angkor Wat, le rovine tendono ad essere ripetitive. Noi cambiano di anno in anno per esempio nel 2011 pass per tre giorni,  nel 2012 per 7 , ma qui il giro andò molto lontano ed il pass consentì l'ingresso anche ai templi lontani 50 km, e vi assicuro che 110 km seduti su un'apecar non sono proprio una passeggiata di saluto.

11agosto

È il giorno di Angkor wat. Sambo ci aspetta davanti all’hotel e per 12 usd ci porterà a fare il piccolo tour del sito: 12 templi, belli ma agli ultimi sei stremato; tuttavia i più importanti li vedi all’inizio del giro. Sul tuk tuk troviamo pure il frigorifero già carico di un enorme pezzo di ghiaccio e di bottiglie di acqua giá compreso nel prezzo, ma che noi comunque pagheremo perchè cosí ci sembra giusto.Prima facciamo il check in al sito. Come sempre la Lonely risulta assolutamente inutile e così le sue informazioni:non occorre alcuna foto, visto che te la fanno elettronicamente in cassa dopo aver scelto quale biglietto fare e per quali date (1gg 20$, 3gg 40$, 6 gg 60$). Dopo la scelta, si viene quasi immediatamente chiamati per ricevere il ticket con in bella mostra stampata la foto. Dopo di che, si acquista il porta ticket a prova di pioggia e sudore con chiusura ermetica e cordino per portarlo al collo (al banchetto a destra delle casse 2 per 1$)… vedremo successivamente quanto possa essere indispensabile averlo acquistato. In vettura…anzi ora in tuk tuk e si parte. Foratura del ticket e via per una strada panoramica ampia tra la foresta con una presenza spiccata di polizia e sicurezza.






 Arriviamo così ad un lago che riconosciamo essere il fossato di Angkor Wat….un’emozione rivederlo apparire strada facendo ed ora è arrivato il grande momento. Non spiegherò emozioni ulteriori perchè ognuno di noi ha le proprie, personali e come tali vanno rispettate.










Visitiamo in successione Bayon, il complesso accanto alla balconata degli elefanti, il Victoria Gate, Angkor Thom il TaKeo, Ta Prhom e altri templi minori ma sempre di grande interesse storico. Dopo 10 ore di sudore, di massi enormi da scalare, di vere imprese su scale ripidissime, rientriamo.

























A domani Sambo, il tour sarà quello grande e per soli 13$. Doccia e fuori il diluvio come ogni giorno alle 5pm, durata circa un’ora. Cena all’Old Market per la cifra di 6$ (qui si paga solo in usd) un gelato al Blue Pumpkin e poi a nanna.

12agosto

Come ogni mattina ci svegliamo senza imposizioni poco dopo le 5…e son vacanze. Colazione pantagruelica e Sambo è già fuori che ci attende. Oggi faremo 28 km e vedremo templi grandissimi, immersi nella giungla, con atmosfere da provare. I templi sono solo 8 ma….ripidissimi e giganteschi! Preah khan, Ta Som, Banteay Prey, Pre Rup ed East Mebon quelli più grandi. Rientriamo dopo 9 ore. Domani faremo 120 km in tuk tuk, it’s an experience come direbbe Preshath una occasionale compagna di viaggio australiana incontrata con Bruce, suo marito, ad Hanoi.























 Il costo domani lievita! Ben 20$…..una sciocchezza per chi è abituato a pagare il taxi 50 € per 20′ di tragitto. Doccia, temporale cena e rincontriamo due viaggiatori di Bolzano, Ingrid e Roberto che avevamo precedentemente conosciuto ad Angkor Wat. Ceniamo con Amok al ristorante Amok e chiudiamo la serata con un margarita al solito prezzo di 1,5$.






in quest'ultima foto Giovanna acquista una borsa da SMATERIA

13agosto
Sambo ci porta a 60 km da Siem Reap a visitare un bellissimo tempio, tuttavia durante il tragitto ci coglie un temporale tropicale. È il momento del poncho impermeabile….e inizia la visita. Bellissimo sito  e qualcuno pure in tacchi...nel fango











e si riparte per la montagna!!?? andiamo al Kbal Spean , che è un sito dell'era Angkoriana, alle pendici sudoccidentali delle colline di Kulen, in Cambogia, 30 km a nord-nord-est dal gruppo principale dei monumenti di Angkor. Il suo nome deriva da un blocco di arenaria nel quale lo Stung (fiume) Kbal Spean ha scavato un ponte naturale nella sua discesa dalla Phnom (collina) Kbal Spean, che lo porta a congiungersi con lo Stung Siem Reap. Lungo il corso del fiume sono state scavate una serie di sculture, lungo una sezione del torrente lunga circa 150 metri, tra le quali abbondano i lingam, simboli del dio Shiva, in forma di protuberanze viepiù abbozzate, affiancati in gruppi ordinati sul letto del fiume. Questo ha dato origine al suo nome sanscrito di Sahasralinga (Fiume dei Mille Linga). L'intento sacro all'origine delle sculture è la fertilizzazione delle risaie attraverso l'acqua del fiume, utilizzata nella loro irrigazione.È proprio montagna: dobbiamo fare 1,5 km di arrampicata in un sentiero veramente poco segnato il tutto nella foresta con una temperatura da eruzione vulcanica ed un’umidità da bagno turco. Dopo tanta fatica ció che ci viene proposto ci fa dire che forse era meglio evitare questa prova di resistenza..ma ormai è fatta










 





Quando scendiamo ci cambiamo subito la t-shirt con una preventivamente lasciata nello zaino. Ripartiamo alla volta dell’ultimo tempio ……adesso abbiamo proprio esaurito tutti i nostri giorni in Cambodia.





 Domattina volo per Bangkok. Lasciamo con tristezza un paese che ci ha regalato emozioni intense e che ci ha restituito una lentezza quotidiana che oggi non siamo più in grado di assaporare. Via veloci in piscina e questa sera ritorniamo a mangiare miglior amok di Siem Reap:all' Amok Restaurant,The passage Old Market. Ed è proprio vero una cena di gran piacere con una spesa di 25 usd. Ultimo ice cream al Blu Pumpkin e domani… Lasciamo la Cambodia con un arrivederci, a presto…perchè ritorneremo sicuramente, come sempre.

14agosto

Volo Bangkok Airways per Bkk, partenza in orario con un ATR e arrivo con 40′ di anticipo. Sbrigate le solite formalità, ormai sono anni che concludiamo i nostri tour asiatici a Bkk, e conosciamo bene tutte le procedure. E' l'anno delle grandi inondazioni e non sappiamo che a Bangkok incontreremo 5 gg di pioggia torrenziale. quindici giorni dopo la città verrà parzialmente allagata dal Chao Praya, il fiume che la divide.







Ritiro dei bagagli e via a prendere il nuovo servizio di express train che collega l’aereoporto con il centro della città, al costo di 90 bath a testa. Al capolinea un taxi che ci porta al Royal Orchid Sheraton sul riverside. Purtroppo dopo aver fatto giochi turchi per prenotarlo visto la precedente positiva esperienza, questa volta lo Sheraton non è più all’altezza della propria nomea. Non trovano la stanza, ci fanno attendere perchè quelle che sono libere non sono preparate, il servizio ai piani è carente in tutto, infatti è lasciato all’opera di una sola persona e poverella….come può fare? Il check out è alle 12 ma vediamo lasciare stanze anche alle 14.30 da ospiti asiatici, mentre a noi chiederanno 3.000 bath per tenerla prima di andare in aereoporto, offerta a cui risponderemo con fiero diniego. La stanza la ottengo alzando la voce e definendo questo baraccone una guest house! Tuttavia la prossima tornata a Bkk sceglierò un altro albergo. Noto con disappunto che lo Sheraton permette agli ospiti di invitare nella propria stanza anche compagnia per la serata….a Bkk c’è solo l’imbarazzo della scelta.

15,16,17,18 19 agosto

Che dire? Andiamo a zonzo per zone mai visitate. Acquistiamo qualche imitazione e Giovanna un vestito sartoriale in seta provato misurato e confezionato, a Siam Square. Poi per il resto la solita confusionaria caotica Bangkok, le ragazze dei ping pong bar a pat pong, i molti europei e moltissimi italiani che vanno in cerca di emozioni, a Pat Pong, il rumore del traffico della Silom e il dolce cullare delle acque del Chao Prahya, le griffe ed i bagliori marmo e led dei grandi Centri commerciali.
19 agosto
Ultimo giorno di vacanza lasciamo la stanza proprio all’ultimo istante e trascorriamo il restante tempo in piscina dello Sheraton, che, grazie alla palestra, ci fornisce teli e doccia. Piove ancora e lo farà fino al decollo. Prendiamo un taxi che ci porta a Phaya Thai dove c’è il capolinea dell’express rail per l’ aereoporto, in 18’senza stop. Eccoci al Suvarnhabumi …e qui è ormai viaggio di ritorno.

Conclusioni

Mancano 27′ time to destination e chiudo qui il mio diario. Ringrazio Giovanna per aver tollerato e sopportato questo iroso, brontolone, rissoso compagno di viaggio, la ringrazio soprattutto per aver scelto di voler condividere con me la vita. Per ultimi ringrazio quei tre lettori che hanno avuto la pazienza e la bontà di leggermi

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