martedì 23 giugno 2015

High Line, Whitney,Woody ed il ponte




15 maggio

Oggi percorriamo la High Line nella sua interezza sino al Withney Museum e tentare la buona sorte per poterlo visitare.Scendiamo dalla subway a Penn Stn 

 e poi percorriamo tutta la 31st St at 10th ave e poi a sinistra fino all'incrocio con la 30th St dove ci sono le scale per salire alla High Line. La High Line di New York,è un parco urbano sospeso costruito su una vecchia ferrovia. Ispirato al "corridoio verde" di Parigi, l'High Line si estende su oltre 2,3 chilometri ad ovest di Manhattan, da Gansevoort Street, a sud della 12esima strada fino alla 30esima. Montata sui vecchi binari di una ferrovia inizialmente destinata alla demolizione, la passeggiata pubblica, interamente pedonale, ha oltre 300 specie di piante perenni, erbe, arbusti e alberi accuratamente curati. Anni '20 ..quindi foto in B/N

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

 L'ingresso è gratuito e l'apertura in estate dalle 7 fino alle 23 ne hanno fatto un luogo di ritrovo per turisti e newyorkesi: le persone qui camminano, corrono, ammirano la vista su Manhattan. Di buon passo a piedi si percorre tutta in mezz’ora, ma nessuno la attraversa in mezz’ora perché c’è da fermarsi dappertutto , a guardare sotto, a guardare a terra, a destra e a sinistra, a fermarsi. Ci sono prati e panchine, c’è un pezzo di pavimentazione su cui corre un centimetro di acqua da metterci i piedi dentro.

 
 
 
 

Alla conclusione della High Line oggi si trova il Withney Museum. E' stato aperto il 1° maggio , quindi 15 giorni prima della nostra visita.

 
 
 
 

 

La localizzazione del nuovo edificio è strategica; dall’upper east side il Whitney si è trasferito a lower Manhattan, su un lotto di terreno con vista sul fiume Hudson nel Meatpacking District.
Il quartiere Meatpacking deve  il suo  nome alle numerose attività legate alla produzione di cibo, soprattutto macelli e impianti per l’imballo, che insieme ad altre attività industriali ha caratterizzato la vita del quartiere dalla fine del 19° secolo al 1970; molte delle attività sceglievano quel quartiere proprio per la presenza della ferrovia sopraelevata che oggi è il supporto del parco High Line. Dagli anni ’90 Meatpacking è diventato un quartiere “di tendenza”, e si è trasformato in un luogo denso di attività creative, famose boutique di moda e gallerie d’arte.


Il Whitney Museum of American Art di New York è quindi un museo dedicato all'arte moderna e contemporanea degli Stati Uniti '.
Il museo è stato fondato da Gertrude Vanderbilt Whitney nel 1930 con lo scopo di visualizzare il lavoro di artisti americani contemporanei. Nel 1966 il museo si trasferì in uptown Manhattan, in un famoso edificio modernista  rivestito di pietra progettato dall'architetto di origine ungherese Marcel Breuer. e come anzidetto il 1 maggio 2015 il Whitney Museum si è  trasferito in un nuovo edificio, situato nel quartiere di Meatpacking centro di Manhattan, progettato dall'architetto italiano Renzo Piano, mentre l'edificio di Breuer è diventata una struttura espositiva supplementare per il Metropolitan Museum of Art.
La collezione del Whitney è composta da oltre 21.000 opere create da artisti degli Stati Uniti durante il 20 ° e 21 ° secolo; è considerata la più importante collezione al mondo dedicata all'arte americana e comprende dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, video e installazioni di Hopper, Prendergast, Sloan, Avery, O'Keeffe, Pantano, Calder, Gorky, Rauschenberg, Jasper Johns, Oldenburg, van Bruggen, Pollock, Ellsworth Kelly, Roy Lichtenstein e Andy Warhol, solo per citarne alcuni tra i 3.000 artisti attualmente rappresentati.
Il Whitney dispone anche di mostre temporanee e il rinomato Whitney Biennial, che, dal 1932, ha lo scopo di fornire un quadro costantemente aggiornato sugli sviluppi dell'arte americana.Al museo due teatri, un negozio, una caffetteria e un ristorante sono a disposizione degli ospiti. L'ingresso costa 22$ ma conviene acquistarlo online per evitare una coda pazzesca, mentre come tutti i musei a NYC il venerdi dalle 7 pm alle 9 pm ingresso gratuito.
Ritornati sulla HL  scendiamo sulla 14th attraverso il Chelsea market Passage con l'ascensore per visitare il Chelsea Market, che val bene una sola visita. si tratta di magazzino di mattoni rossi ex fabbrica di biscotti che si trova sotto la High Line. L'edificio nel quale ha sede il mercato è stata la casa natale di una delle più grandi e famose fabbriche di biscotti e crackers di tutti i tempi: la National Biscuit Company, celebre per i suoi meravigliosi biscotti Oreo ed i salatini Ritz.Ma cosa ci faceva una fabbrica di biscotti nel quartiere dei macellai?  ovvio i macellai vendevano il lardo che è più economico del burro e con questo la fabbrica ci produceva i biscotti.


 
 
 
 

Dopo il restauro  negli anni '90, l'edificio è da allora sede di piccoli ristorantini e negozi di cibo ed abbigliamento casual e non solo, c'è la sede di Google sopra. 

Anche oggi vogliamo vivere il nostro momento da set cinematografico, d'altra parte NY è un set cinematografico, non sai dove finisce la finzione ed inizia la realtà. La scelta è ricaduta su Basta che Funzioni (Whatever Works) di Woodt Allen e propone una New York lontana dal lusso patinato dell’Uptown in favore delle case basse in pietra rossa del Village, di Soho, di Chinatown, dove il regista trasforma in arte scorci di quartiere, piccoli caffè, rosticcerie, insegne di negozi dipinte a mano e polli arrosto in vetrina: una New York neorealistica. Per vivere questa esperienza  andiamo a mangiare gli Knish. Diciamo subito che gli knish sono un alimento tipico della mia tradizione, ebraica, in pratica sono dei fagottini al forno ripieni di qualsiasi cosa, dalle patate lesse con cipolla, al salmone con la panna, alla  carne con gli spinaci. Il posto migliore dove assaggiarli è quello ripreso con affetto, quasi con ossequio, da Woody Allen: l’antico panificio Yonah Shimmel al n. 137 di Houston Street, in attività dal 1910, la cui insegna artigianale è un monumento al vintage. Il “concetto” dello knish è semplice: un ripieno di patate (il più semplice), di kasha (grano saraceno), spinaci  (o anche di salmone affumicato) in un involucro di pasta, cotta al forno o fritto.Lo knish classico (e quello di Gabila) è quadrato  (esiste anche lo knish rotondo  ma non è gradito agli aficionados dello knish tanto quanto quello quadrato…)In origine, lo knish era un bocconcino ma, attraversando l’Atlantico,  è diventato grande, come il sogno americano degli immigrati che l’hanno reso popolare. (dopo vi scrivo la ricetta)


 
 

 

Subway F direzione Coney Isl. fermata 2 Av. E il panificio è lì che aspetta. Dopo tre knish usciamo ma abbiamo un guasto: le airmax di Giovanna le provocano dolore ai piedini...allora via di corsa al negozio New Balance per acquistare le 574 rosse..e siamo gemellini nei piedini (in USA costano 20 € di meno). Trovata la scarpina giusta la testiamo subito: andiamo a Brooklyn con la C e scendiamo a High St attraversiamo la strada e proseguiamo sulla Cadman Plaaza E per Washington  St . Quando si è nel sottopasso a sinistra c'è la scala per salire al ponte di Brooklyn.

 
 
 
 

 

 Il bridge è lungo circa un miglio (1841 mt)pedonale e ciclabile: attenzione a rispettare le corsie altrimenti si viene arrotati. Sul percorso ci sono pattuglie della polizia e qualche ambulante (se vi piacciono i magnetic di NY qui li trovate a pacchi !!ad un prezzo anche due volte meno i luoghi turistici). si percorre da est a ovest e si giunge nel quartiere della city. A questo punto è arrivato il Rush Hour e noi siamo nell'epicentro del fenomeno. Dopo vari cambi giungiamo in un'ora circa a Central Park dove abitiamo, ma dobbiamo fare in fretta perchè stasera andiamo alla Carnegie Hall invitati dalla nostra amica che ci ha regalato i suoi biglietti.

 
 
 
 

 Lo spettacolo inizia alle 8 pm e all'interno dell'Isaac Stern Auditorium la temperatura è di 8 gradi..gli americani vivono per l'aria condizionata anche quando non c'è bisogno...alla fine del concerto usciamo e siamo felici che spiri un venticello che ci riscalda sebbene la temperatura esterna sia quella di febbraio. New York di sera è sicura non ci sono casi di aggressione...solo nei telefilm di Castle. Abbiamo sempre girato soli in assoluta tranquillità, Central Park compreso.
Starbucks per il caffettone riscaldante e poi a nanna




INGREDIENTI

Per la pasta:
2 uova
½ cucchiaino di sale
2 cucchiai di olio vegetale
250 gr di farina
1 bustina lievito
1 tuorlo per spennellare la pasta

Per il ripieno
2 cipolle tritate
3 cucchiai olio vegetale
500 gr di patate
Sale e pepe

Preparate prima il ripieno: fate cuocere le patate in abbondante acqua salata e poi riducetele in puree.Soffriggete le cipolle nell’olio, devono diventare morbide e quasi caramellate.Mescolate le cipolle con le patate e salate e pepate al gusto. Tenete da parte.Per la pasta, sbattete l’uovo con il sale e l’olio. Aggiungete la farina e il lievito sciolto in un po’ di acqua, poca alla volta, fino ad ottenere un impasto morbido. Impastate per circa 10 minuti. Versate un po’ di olio in un recipiente, deponete l’impasto, girandolo, per coprirlo di olio, coprite il recipiente con della pellicola per alimenti e lasciate riposare un’ora.Impastate ancora per qualche minuto quindi abbassate la pasta con il mattarello per ottenere una sfoglia il più sottile possibile. Date una forma rettangolare alla pasta. Disponete il ripieno sulla sfoglia e quindi piegate la pasta per coprirlo, un po’ come se fosse uno strudel. “Tagliate” la pasta con il lato della mano (questo sarebbe il metodo tradizionale new-yorkese!), come se ne segaste via un pezzetto.
Spennellate la superficie con il tuorlo d’uovo mescolato con un po’ di acqua ed infornate a 180° per circa 20 minuti.
Oppure, se volete friggere gli knish, non spennellateli con il tuorlo d’uovo e infornateli direttamente per 15 minuti, quindi passateli in padella in olio caldo.
 (mosaico)

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