domenica 3 febbraio 2019

Uluru Kata Tjuta National Park





Ci Siamo. Dopo la parentesi  lussuosa al The PLayford ad Adelaide, partiamo di mattina alla volta dell’icona simbolo del Down Under: Uluru, Patrimonio dell'Umanità, è uno dei simboli più rappresentativi dell'Australia. Situato nel cuore dell'Uluru Kata Tjuta National Park nel Red Centre australiano, Uluru è un paesaggio antico, ricco di cultura e spiritualità indigene. Il nostro volo osserverà uno stop ad Alice Springs dove prenderemo un altro volo per Uluru. 


 

La prima parte del volo sorvola tutta la parte desertica del continente: osserviamo il Lake Eyre, il Simpson desert ed atterriamo in una Wildlife area, dove si trova l’aeroporto. Si tratta di un’aereostazione piuttosto piccola con tre bar ed un market: comunque è un aeroporto importante perché divide a metà il continente: il volo dura 2.5 h e la sosta circa un’ora. 


Il secondo volo ci porta in meno di un’ora ad Ayers Rocks (Uluru) dove atterriamo con un piacevole sole. Interessanti i cartelli di pericolo dei Dingo animali che in questa zona si trovano usualmente e che non devono essere sottovalutati.  Un bus shuttle attende ogni volo per portare i turisti ad Yulara, unico paese in questo deserto, dove sono ubicati tutti i resort.

 

La nostra scelta è caduta sul outback-pioneer-hotel dove soggiorniamo per tre notti. L’hotel non deve confondersi con il Lodge, veramente più spartano. La stagione è la migliore (luglio Agosto) per visitare queste zone, altrimenti non fattibili in estate. Il costo è piuttosto alto, ma ci sta vista la posizione desertica. Tutto costa il triplo del continente e l’unico market è sempre preso d’assalto. I ristoranti sono piacevoli e non cari. Il nostro dell’hotel con buffet e menù a la carte aveva un costo decente, circa 100 aud in due (60€) con una vasta scelta e abbondante di cibo, dolci frutta. Dopo una breve esplorazione di Yulara, andiamo a cena e cerchiamo di fare due passi. La temperatura scende a 2 gradi e siamo vestiti come in inverno. Ci ristoriamo solo in questa gigantesca stanza con il fancoiler a 28 gradi. La mattina ci rechiamo con lo shuttle all’aeroporto dove ritiriamo la nostra auto all’AVIS: un giorno, con 150 km compresi (una fregatura legalizzata, solo per andare a KataTjuta ce ne sono 77 sola andata), 290aud (170 €).

 





 Incredibile, siamo nel deserto e diluvia: non ci lasciamo impressionare , ci prepariamo e andiamo direzione montagne. Panorama bellissimo se non fosse per nubi grigie che scaricano pioggia come pompieri in un incendio. Al baracchino del Uluṟu-Kata Tjuṯa National Park paghiamo 50 aud per l’ingresso che vale tre giorni. La strada è bella, ottima la segnaletica e corre nel deserto: incontriamo dromedari wombat wallabies. Giungiamo ai piedi delle montagne, indossiamo i nostri ponchi che avrebbero dovuto essere impermeabili (ikea…un nome una garanzia) e sotto la pioggia sferzati dal vento iniziamo a percorrere i sentieri; tuttavia arrivati dopo due ore ad un bivio per il sentiero circolare riteniamo che sia improvvido proseguire viste le condizioni del tempo e delle rocce. Scendiamo al parcheggio dove ho l’amara constatazione che la mia Canon non funziona più (la fortuna è cieca ma la sfiga …10 decimi).

 



  Scoprirò solo al rientro in Italia che la macchina funziona, ma tutta la pioggia presa ha mandato in corto tutte le batterie, quelle in tasca comprese. Ci rimangono GoPro, due iphone e due ipad, sufficientemente coperti. Rivolgiamo il nostro interesse a Uluru. La pietra ci accompagna in tutto il percorso: quindi non chiedetemi dove si vede meglio, perché vi assicuro ovunque!





Ci sono vari siti dove fermarsi a visitare sculture rupestri, luoghi sacri aborigeni, fenomeni naturali. Ci dicono che noi facciamo parte di quel 3% di visitatori che sono riusciti a vedere il Mutitjulu Waterhole che si riempie dalle piscine superiori del monolite e che dal buco spruzza acqua. Infatti qui piove 9 giorni all’anno!!

 

 Ritengo superfluo illustrare tutti i siti che vi elencherò in allegato: percorrerli a piedi come abbiamo fatto noi ci ha reso molto soddisfatti.Una menzione particolare  è Mala Puta, ovvero la parte con la salita alla cima: se entrate nello spirito del luogo, fate come noi, rispettate le tradizioni locali e non salite (oltremodo pericolosissima dopo una pioggia, ripidissima e con un corrimano per pochi metri; abbiamo visto orde di orientali salire e assumere posizioni inenarrabili con cadute epiche: ben gli è stato).







Rientriamo verso le 17 all’hotel e ci concediamo una rilassante doccia. Cena al solito ristorante e poi a nanna: domani c’è l’alba da vedere.
Giovanna sbaglia l’orario dell’alba con il tramonto e quindi ci alziamo alle 4.30: inizia a venirci qualche dubbio quando arriviamo all’ingresso del parco e troviamo la sbarra chiusa e siamo solo noi. Attendiamo un’ora e nulla, finchè arriva un ranger che accende due luci ed un display luminoso quasi per pietà che ci avverte che l’alba oggi è alle 6.45. E’ fatta si entra e dopo 27 km raggiungiamo il sito del sunrise (segnalato sulla strada). Per giungere alle tribune il percorso non è segnalato e quindi siamo tutti alla ricerca del sentiero.Lo spettacolo è assicurato così come il freddo polare.


 
  

 Restiamo sulle tribune per almeno un’ora e poi ripartiamo per il primo posto di ristoro che si trova circa 5 km , nel Cultural centre del parco. Due caffè latte e due muffins 28 aud, ma ci sta dai!Visitiamo il centro culturale che è splendido. Il sole oggi è alto nel cielo e ci concediamo un profondo tour tra tutti i siti anche i più nascosti e meno turisticamente raggiungibili. Il pomeriggio arriva presto e quindi decidiamo di tornare a Yulara. 




 


 
 

 
 
 
 
 
 

Sul tragitto incontriamo due autostoppisti aborigeni a cui diamo un passaggio. Non fraintendetemi, ma a bordo dell’auto aleggiava un certo odore forse dato dal fatto che i due erano coperti da stracci sporchi e parevano agnostici ad abluzioni. Li abbiamo scaricati davanti al market dove ci hanno detto andavano ad acquistare la firewater… l’alcolismo è una piaga che ha decimato la popolazione indigena locale. Siamo stanchi ora,ma prima dobbiamo fare benzina all'auto per restituirla. Unica pompa con due pistole: una costa 1,57 aud lt e l'altra 2,46 aud lt. in quella che costa meno ci si impiega 20-30' per fare il pieno (40lt) mentre in quella che costa di più è velocissima (il costo al lt della benza in Australia è di 1,2 aud max). Restituiamo l'auto lasciandola in un park incostudito senza personale e le chiavi si infilano in un salvadanaio all'interno del centro shopping di yulara. Abbiamo fatto trekk per circa 80 km in due giorni, abbiamo immagini scolpite nella nostra mente, ci spiace andarcene ma ora... abbiamo bisogno di una doccia…e dobbiamo preparare il bagaglio per domattina. 


Cena al solito ristorante un karaoke al freddo e al gelo e poi a nanna.




Costi:
volo Adelaide-Uluru 420 aud persona
hotel 780 aud room
rent car 290 aud
park pass 25 aud persona
restaurant circa 40 aud persona
market: american bred 9 aud pezzo
coffee 5 aud
benzina 59 aud

luoghi da visitare:
*Kata Tjuta Dune Viewing dove guardare alba e tramonto
*Kata Tjuta Sunset Viewing vista del tramonto con area attrezzata (bagni)
*Walpa Gorge Walk non semplice 3 km ben segnalato in salita per il 70% circa 2,5 h
*Valley of the Winds non semplice 2.5 km ben segnalato in salita per il 50% circa 2 h
*Karu, area panoramica abbastanza difficile 2,2 km segnalato a tratti salita vera 2-3 h

*Karingana, area panoramica molto difficile 6 km segnalato a tratti salita dura 4 h
*Circuito completo  molto difficile 8 km segnalato lungo 5 h

*Uluru Base Walk giro completo 12 km 5 h a seconda della stagione (noi inverno) in estate rischio di disidratazione
*Mala Walk: semplice 2 km 2 h circa
*Kuniya Walk semplice 1 km 1 h circa
**Dune Walk semplice 1 km 1 h circa
*Talinguru Nyakunytjaku semplice area pic nic tramonto ed alba